attualità

                   PUTIN L'ULTIMO SOVRANO D'EUROPA

Il primo ministro russo ha invitato l'Ue ad unire le forze con Mosca per creare un mercato unico da Lisbona a Vladivostok. Ma non solo: la strategia del Cremlino è più profonda e va oltre le questioni del gas.

(clicca sulla carta per ingrandirla - carta di Laura Canali tratta da Limes 3/09 "Eurussia, il nostro futuro?" - vai alle carte a colori del volume)<!-- fine SOMMARIO -->

<!-- inizio TESTO -->

Poco prima che Weakileaks iniziasse a pubblicare i file segreti della diplomazia a stelle e strisce, il primo ministro russo Vladimir Putin ha usato il palcoscenico del Forum Economico della Süddeutsche Zeitung per ribadire un concetto che quasi dieci anni fa, poco dopo l’11 settembre, aveva già espresso chiaramente al Bundestag.


Cioè quello che la Russia guarda a Occidente e vuole l’Europa come partner privilegiato. Niente mezze misure, niente omissis, tutto alla luce del sole.


Nei giorni in cui i secret cables illustrano al mondo la visione statunitense della scacchiera internazionale, Putin ha raccontato in Germania che il Vecchio continente ha bisogno di una nuova visione per il futuro e che questo deve essere costruito con una nuova partnership: Eurussia.


Quello che è arrivato sui media generalisti del discorso del primo ministro è solo lo spot dell’unione commerciale “da Lisbona a Vladivostok”, uno dei cinque punti (insieme con politica industriale, cooperazione energetica, formazione e ricerca, liberalizzazione dei visti) in cui si è articolata la proposta.


Al di là di questa specie di road map, che è appunto una visione per il futuro e che secondo lo stesso premier russo prevede eventualmente un cammino con molte tappe, “la domanda principale che ora si pone è se l’Unione Europea è pronta per la discussione e il lavoro concreto su agenda del genere. Pur con tutti i dubbi – dice Putin – penso che questo approccio abbia sempre più seguaci nell’Ue”.


Il messaggio fondamentale che arriva dal Cremlino non è tanto nei temi accennati all’inizio del discorso (su cui è necessario discutere e ridiscutere), quanto nella chiosa, in cui Putin ricorda i passi di Helmut Kohl dopo il crollo del Muro di Berlino e le decisioni sulla riunificazione tedesca ben sapendo che la Ddr non era certo pronta.


“La storia – ha concluso Putin - ha dimostrato quanto quella decisione fosse giusta e oggi ci viene offerta l'opportunità di una scelta altrettanto storica. Poniamoci questo obiettivo e trovare i compromessi su questioni concrete sarà molto più facile.


Qualcuno potrà trovare questa mia proposta troppo ambiziosa, ma nel mondo odierno diventa possibile quello che fino a ieri sembrava un sogno”.


La Russia vuole insomma una partnership solida con l’Europa. Le condizioni devono essere stabilite, ma la linea che il Cremlino segue è questa, e non è certo nuova. Basta andare a vedere quello che proprio Vladimir Putin disse al parlamento tedesco il 26 settembre del 2001, dopo gli attacchi alle Torri Gemelle.


“Penso che l’Europa possa consolidare il suo ruolo di punto fondamentale nella politica mondiale nel lungo periodo solo se unirà le sue possibilità con quelle umane, territoriali, naturali, economiche, culturali e politiche della Russia. I primi passi in questa direzione sono stati fatti, si tratta ora di pensare come un’Europa unita e sicura possa diventare precursore di un mondo unito e sicuro.


Abbiamo vissuto nel corso del XX secolo nella condizione di confronto tra due potenze che hanno quasi distrutto l’intera umanità. È stato così terribile e ci siamo abituati a convivere con un sistema da conto alla rovescia, che non riusciamo a comprendere i cambiamenti odierni.


Come se non capissimo che il mondo non è più diviso in due blocchi contrapposti: il mondo è diventato molto più complicato”.


Già, più complicato. Wikileaks ha spiattellato come la diplomazia americana osserva e giudica il mondo, come gli Usa sono preoccupati del link Italia-Russia (non una novità berlusconiana, ricordando Mattei) e Putin dal Forum della SZ ha ribadito la sua visione davanti ai rappresentati gongolanti del big business tedesco, che non è solo quello energetico.


Il governatore della Deutsche Bank Josef Ackermann ha buttato là il disegno della Russia nell’area Euro, superando la boutade di Berlusconi che si limitava all’Unione.


Sogni e battute, appunto, come quelle che riguardano l'ingresso di Mosca a pieno titolo nella Nato, ma che indicano come l’avvicinamento dell’ultimo ventennio tra alcuni Stati europei (Germania in testa) e la Russia non sia né casuale né prossimo all'esaurimento.


Anzi. Da qui a Eurussia ce ne vuole, ma molti intanto ci pensano.